sabato 10 ottobre 2009

diecisettembre/dieciottobre

Trenta giorni,
ed ancora:

non sono andata a nessuna festa erasmus, (le possibilità che questo possa cambiare, sono minime, per ora);
non ho mangiato i cavolini di Bruxelles;
non li ho nemmeno visti, codesti cavolini, neanche al mercato;
non sono riuscita a conquistare il museo del fumetto;
men che meno il museo Magritte;
non ho reso visita al laido manneken pis, all'impudente zinneken pis, all'atomium maledetto, al parlamento traslucido europeo;
niente moules;
niente obliqui flirt nordeuropei, per ora;
non ho litigato a morte;

però:

ho trovato un posto preferito dove mangiare les frites;
sono uscita, ho passeggiato, ho compiuto atti di varia natura, il tutto senza avere la divina cartina e senza essermi perduta;
però mi sono perduta un paio di volte, nonostante avessi la cartina con me;
ho sviluppato una dipendenza all'odore della metropolitana, ed alla metropolitana stessa;
ho pianto, per nostalgia, ma una sola volta. E la tristezza infinita della canzone che ascoltavo, mi discolpa;
sono stata importunata sessualmente, ben due volte;
ho celebrato il primo dei sacri rituali di passaggio nella vita del migrante: fornire indicazioni a gente smarrita;
ho trovato la via dove stazionano puttane in vetrina, proprio dietro a casa mia, ma eviterò di raccontarlo alla mamma;
ho scoperto la birra al lampone;
sono scivolata seminando le mie ginocchia sul marciapiede, guadagnati cento punti crosta e duemila punti vergogna;
ho scoperto che Bruxelles è romantica, come una giovane istitutrice che si veste di nero e nasconde le poesie nel cassetto della biancheria preziosa.

Piove, ancora.

1 commento:

  1. il posto preferito dove mangiare les frites :)
    che bello..io ho il bar preferito dove bere il caffè "il bar del liga"
    pezzi di ginocchia sparsi sulle scale.. mi ricorda qualcosa :D

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