venerdì 26 novembre 2010

Una notte in cui ho dimenticato

se eri lì per fortificarmi, o perché sapevi già che sono invincibile.
Nel dubbio, spruzzo un'ampolla di lacrime sulle millemiglia che ci separano.

lunedì 23 agosto 2010

Justifying unfuckability

Femmina, ventiequalcosa, classificata come mediamente sdraiabile.
Capacità di gestire la tensione sessuale pari a quella di un maschio vergine di dodici anni. Ovvero: ti lancio gli uniposca perché ti sdraierei.

Partiamo dal teorema dell'adolescente latrina al seguito di amiche ipergnocche: sono un cesso, faccio la brillante (o la punk, o la nerd. Nel mio caso, tutte e tre insieme).
E non perché tu, maschio vergine, potessi infine trovarmi chiavabile in virtù della mia brillanza (o dei miei capelli blu di Puffia o del mio elfo stregone di miliardesimo livello), ma giusto perché si potesse accantonare definitivamente il discorso chiavabilità della sottoscritta ed iniziare ad ascoltare insieme la cassetta dei Lagwagon, facendo i rutti.
Del resto, se ti dividi bene tra il pirataggio hardcore, la caccia alla spada Prunkuril e l'inquietante inclinazione ai piaceri della lett(erat)ura, non hai più il tempo per pensare che sei l'unica che non limona sugli autoscontri.

Io non so gestire la tensione sessuale, perché, quando era tempo per impararlo, ero occupata a fare il maschio vergine.


martedì 27 luglio 2010

Friendly ghost

Ho ricevuto un regalo.
A prima vista sembrerebbe una sorpresa dell'uovokinder, invece è fatto a mano (non ho capito da chi, ma giuro e spergiuro che si vedono le impronte digitali dell'artigiano misterioso).

Trattasi di cosa spettrale e svampita, e comunque chissenefrega, io mi godo la consapevolezza cazzara di essere stata per un po' nei pensieri di qualcuno, tanto meglio se quei pensieri hanno la forma di un ciclope fantasma neonato (fatto a mano): vuol dire che i suoi pensieri, un pochino, m'assomigliano.


mercoledì 23 giugno 2010

Marolles

Potrei scrivere un racconto, partendo dalle meduse abbandonate dalla marea sulla spiaggia più fredda che abbia mai visto; passando per i due giovani venditori dai denti grigi e frastagliati; per finire con l'acquario gigantesco nel salotto di un uomo che ha lasciato la sua casa in Africa dopo quarant'anni.
Potrei, ma ora non ho tempo, nel frattempo annoto qui, sia mai che mi dimentichi tutto.

giovedì 11 marzo 2010

Antwerp, 10/03/2010

Non preoccuparti per te, perché tutto diventa chiaro appena una ferita si trasforma in cicatrice.
Non preoccuparti per me, perché mi cresce una corazza ogni volta che mi ferisco.
Anche se rimpiango ancora che le mie corazze ti siano più familiari delle mie cicatrici.


giovedì 28 gennaio 2010

una spiegazione alle fiabe impopolari (ovvero: perché ho cambiato il nome di questo blog)

C'era una volta Cuor di Rovo, e la sua storia iniziai a raccontarla anni or sono, prima che un orrendo naufragio tecnologico mi portasse via il frutto delle mie fatiche.
Potevo tutelarmi contro l'orrendo naufragio? Sì. L'ho fatto? No. Chi è causa del suo mal, si attacchi al pendaglio e ricominci a scrivere.

C'era una volta Cuor di Rovo, e si capisce già che è una fiaba.
Per chi non lo sapesse, le fiabe non sono gioiosi pretesti per un musical d'animazione. Le fiabe servono ad insegnare ai bambini e a ricordare agli adulti, che di male (in senso assai largo) al mondo ce n'è tanto.
Biancaneve non si sveglia con un bacio, Biancaneve si sveglia perché i portantini inciampano e le schizza via di gola il pezzo di mela avvelenata e la Sirenetta si trasforma in schiuma di mare, mentre osserva il suo principe convolare a giuste nozze con un'altra.
Per di più, c'è chi sostiene che il principe azzurro sia solo un meschino cacciator di figa.



Eppure, non c'è cosa più nobile, che cercarsi un lieto fine.

mercoledì 13 gennaio 2010

Zaal:Rotonde JAY REATARD Maandag 9 November 2009 20:00




Al concerto di Jay Reatard ho conosciuto il mio amico horrorofilo Guillaume – all'epoca contatto lastfm che praticamente si faceva quasi tutti gli stessi miei concerti-.
Mentre lui suonava, io ho ricevuto un paio di telefonate – ovviamente irrisposte - da parte di un uomo importante, che il giorno dopo mi ha detto di averci suonato insieme ad un festival. E poi ha aggiunto:
“Ma ci hai fatto caso che è altissimo, grosso, con sto testone riccio e le gambe magre magre?”
Io ho riso per un po', poi ho risposto:
“Sì, ma quanto spacca.”
D'accordo, non proprio così, è una libera traduzione.
Al ritorno dal concerto, ho letto un messaggio della Cuoricina che si ricordava dei suoi grandi sputi al Pukkelpop, sputi che peraltro hanno incorniciato pure la performance di Bruxelles: gliel'ho riferito, abbiamo sghignazzato, abbiamo concluso:
“Sì, ma quanto spacca.”
Sabato scorso bevevo una birra con Guillaume, al DNA e ad un certo punto hanno passato “My shadow”.
Io:
“Ehi, ma è Jay Reatard!”
Guillaume:
“Sì, è vero! Che bel concerto, peccato sia durato poco.”
Silenzio.
“Sì, ma quanto spacca.”
(Di nuovo una libera traduzione).

Il biglietto di Jay Reatard me lo tengo ancora nel portafogli, perché io a momenti non butto via nemmeno gli scontrini del fruttivendolo, però giuro che ogni volta che mi ci cadeva l'occhio pensavo: “ecco, arrivo a casa e lo infilo nell'agenda”.

Blood Visions di Jay Reatard è stato il primo disco che mi sono comprata qui a Bruxelles, ed anche se lui stava lì in cazzeggio al banchetto, altissimo e col testone, io non gli ho detto niente.
Non ho chiesto nemmeno un autografo, uno sputo, che ne so.

Jay Reatard aveva suonato per 45 minuti serratissimi, poi ha detto che faceva un ultimo pezzo, ha sparato “It's so easy” e s'è ritirato. No, niente scenetta me-ne-vado-ma-no-rieccomi, e questo l'ho apprezzato molto.




Lonely days and sleepless nights
This doesn't seem so right
It leaves me wanting more
More than I did before

Seems that my dreams only come true
When my dreams aren't about you
Nightmares are all you bring to me
 

I'll keep searching for you
I'll keep searching for you
I'll keep searching for you



(Jay Reatard - "Nightmares")

sabato 2 gennaio 2010

Qualcuno, in questa casa, si è convertito alle pulizie. C'è un buon odore, misto a quello indefinibile che viene dai vecchi fornelli elettrici, e ci sono poster laddove prima non c'era nulla.
Mentre ero in Italia mi sembrava di non essermene mai andata ed ora che sono di nuovo qui, mi sembra di non essermene mai andata.
Quest'anno niente oroscopo. Mi lavo via l'odore di un viaggio notturno, mi sistemo in quell'angolo della panca a leggere e studiare, mangio se ne ho voglia.
Presto arrivano una ad una le creature fluttuanti che abitano la mia casa: condivido caffè e prendo tutto il meglio dai consueti, ma sempre rispettosi baci francofoni con cui ci salutiamo.

Il cielo è color crepacuore, forse nevicherà e credo che abbiano finito di ristrutturare la chiesa che si vede dalle nostre finestre, perché prima sentivo le campane.

Un quadrato di cioccolato e una consapevolezza pungente: ti ho offerto l'occasione di lasciarmi un'impressione di te che fosse onesta e delicata, ma tu hai preferito la strada delle rovine.