giovedì 28 gennaio 2010

una spiegazione alle fiabe impopolari (ovvero: perché ho cambiato il nome di questo blog)

C'era una volta Cuor di Rovo, e la sua storia iniziai a raccontarla anni or sono, prima che un orrendo naufragio tecnologico mi portasse via il frutto delle mie fatiche.
Potevo tutelarmi contro l'orrendo naufragio? Sì. L'ho fatto? No. Chi è causa del suo mal, si attacchi al pendaglio e ricominci a scrivere.

C'era una volta Cuor di Rovo, e si capisce già che è una fiaba.
Per chi non lo sapesse, le fiabe non sono gioiosi pretesti per un musical d'animazione. Le fiabe servono ad insegnare ai bambini e a ricordare agli adulti, che di male (in senso assai largo) al mondo ce n'è tanto.
Biancaneve non si sveglia con un bacio, Biancaneve si sveglia perché i portantini inciampano e le schizza via di gola il pezzo di mela avvelenata e la Sirenetta si trasforma in schiuma di mare, mentre osserva il suo principe convolare a giuste nozze con un'altra.
Per di più, c'è chi sostiene che il principe azzurro sia solo un meschino cacciator di figa.



Eppure, non c'è cosa più nobile, che cercarsi un lieto fine.

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